JON RUBIN, da CONFLICT KITCHEN a BOLOGNA
Residenze del finalista della 2a edizione del Premio Internazionale di Arte Partecipativa. 14/05>21/05/2012
Il suo progetto più noto è forse "Conflict Kitchen", il ristorante take-out che ha creato a Pittsburgh, dove viene venduto solo cibo di paesi con cui gli Stati Uniti sono in conflitto. Sicuramente si tratta di un esempio emblematico del modo di intendere e di fare arte di Jon Rubin: reinventare le condizioni politiche e sociali del contesto pubblico, creando nuove piattaforme di rappresentanza, partecipazione e scambio. Non a caso nella sua biografia, tra le esposizioni, accanto a importanti musei e biennali internazionali, sono citati anche "cortili, soggiorni di case e angoli di strada".
L'artista americano è finalista, insieme al collettivo argentino Etcetera e a Emilio Fantin, della seconda edizione del Premio Internazionale di Arte Partecipativa, promosso dall'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con LaRete Art Projects e La Pillola, e curato da Julia Draganović e Claudia Löffelholz.
Rubin è protagonista di una serie incontri, tra cui una lezione all'Accademia di Belle Arti, il 17 maggio, dalle 13 alle 15, (nell'ambito del ciclo di incontri "Dalla rappresentazione all'azione" a cura di Mili Romano e Roberto Daolio). La residenza prevede anche momenti di conoscenza informali, guidati dalla sua curiosità e desiderio di scoperta - in particolare per tutti gli spazi e contesti della città in cui sono nate forme di auto-organizzazione dal basso. Base e quartier generale della permanenza di Rubin a Bologna, sarà la residenza per artisti e critici internazionali Nosadella.due.
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